Il vincolo cimitero-chiesa è così forte che, nella parlata comune dire San Restituto significa chiesa e cimitero insieme oppure, secondo i contesti , o la chiesa o il cimitero. PROSEGUI
Infatti il cimitero è per Sauze, uno scrigno di memoria, al punto che, paradossalmente, una delle argomentazioni che giustificavano il restauro era il riferimento ai morti là sepolti: bisognava restaurare San Restituto in omaggio a quei defunti per cui paradossalmente viaggiava l’espressione “i morti fanno vivere la loro chiesa”.
La cosa pare così vera che l’ultimo atto che ha definitivamente chiuso la lunga opera di restauro è stata rivolta a loro. Pare un inezia ma è proprio andata così: i muri di recinzione che delimitano l’area cimiteriale erano molto malridotti. Si è provveduto a metterli in sesto procurando però che fossero ricoperti su in tutta la loro estensione da lose adeguate.
Dato che era l’ultima opera fu coinvolta tutta la popolazione e non c’è da stupirsi se ci fu un coro di approvazione e partecipazione.
Finita l’operazione ne risultò una icona di corona deposta su tutta l’opera, quasi benedizione dall’alto.
FONTE
LAPIDE DI DON MARCO BARTOLOMET